All’inizio della pandemia da Coronavirus pochi avevano studiato a fondo il ruolo dei bambini nella propagazione del virus. La rapida chiusura delle scuole in tutto il mondo e i problemi ad essa connessi hanno impedito di poter analizzare meglio il legame tra infezione, bambini e diffusione.
Adesso in un momento in cui quasi tutti i Paesi stanno per riaprire le scuole ( alcuni come la Germania lo hanno già fatto e hanno già richiuso) vari lavori scientifici e prove in ospedale hanno dimostrato che i piccoli malati di Covid-19 hanno una carica virale maggiore degli adulti ricoverati. E’ però anche risultato che la quantità di virus detenuta da un bambino non determina automaticamente la sua capacità di contagiarne altri.
Una recente inchiesta pubblicata su una conosciuta rivista di pediatria dava, a questo proposito, risultati allarmanti.
Infatti una comparazione fatta negli Stati Uniti tra una platea di 200 giovani minori di 18 anni ( 10 anni di età media) con sintomi di Coronavirus (confermati nel 25% del totale) e un’altra di adulti ricoverati ha mostrato come la carica virale dei piccoli fosse tre volte più forte di quella degli adulti.
Gli stessi risultati erano stati raggiunti anche in Corea del Sud e nel Regno Unito.
‘La carica virale nelle secrezioni respiratorie dei bambini all’inizio della malattia, o quando sono senza sintomi, aumenta di molto se la si mette a confronto con quella di adulti ricoverati con un decorso grave della malattia da almeno una settimana’ hanno confermato i principali autori dello studio, Lael Yonker e Alessio Fasano, dell’Hospital General de Massachussets.
Questo risultato ha portato gli studiosi a varie conclusioni. Innanzitutto, i sintomi non possono far capire se il ragazzo ha preso il Covid oppure no poiché nei giovani soprattutto ‘ i sintomi si sovrappongono quasi completamente a quelli di altre malattie non Covid, come il raffreddore, l’influenza o vari virus dello stomaco. E nemmeno la presenza o meno di febbre puo’ prevedere la fase acuta dell’infezione. In altre epidemie la carica virale è dipendente dalla gravità della malattia e dalla capacità di infettare gli altri’.
‘E’ logico pensare in questo modo-commenta un ricercatore dell’ISGlobal-quanto più virus, tante più infezioni. Ma nel Coronavirus il funzionamento non è così. All’inizio si credeva che i bambini fossero i più contagiosi, e per questo è stata potenziata la vaccinazione contro la febbre per proteggere loro e la comunità attorno a loro. Adesso all’origine delle febbri quasi mai vi è un bambino’.
Secondo il portavoce di AEP i risultati dello studio americano sui bambini sono interessanti, però presentano seri limiti. Mentre un bambino ha una carica virale forte all’inizio dell’infezione, l’adulto dopo una settimana e più di malattia diminuisce significativamente la carica virale. Quello che mette a rischio la vita non è la quantità di virus ma la tormenta di citochine.
I bambini, ha confermato lo studio, hanno più carica virale soprattutto all’inizio della malattia, però la sviluppano in maniera più lieve e più breve.
E questo perchè hanno meno ricettori ACE2, le proteine che sono le porte di entrata del virus nel corpo. I più recenti dati (di tre settimane fa) del Centro Nazionale di Epidemiologia hanno indicato che il numero di bambini di 15 anni e meno con il Coronavirus sono il 10% dei malati. Più si riduce l’età meno si ammalano.
Persino i lattanti hanno cariche virali forti ma, come nei giovani, hanno minor capacità di contagiare.
Senza dubbio cosi come nelle discoteche anche nelle scuole non è la carica virale che aumenta il rischio di propagazione del virus, ma è la mancanza di protezioni adeguate come il distanziamento sociale, le mascherine e l’igiene costante delle mani che devono diventare un’abitudine quotidiana.
In ogni caso parlando di scuole vale la pena di considerare il costo di tenerle chiuse sia dal punto di vista economico che educativo e pure il fatto che le scuole sono punti di socializzazione per i bambini importanti, punti di uguaglianza e di salute globale, per molti sono zone di sicurezza protezione. Insomma per i giovani la scuola è un intero mondo che deve essere riaperto al più presto.
Fonte: www.salernonotizie.it